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La Pastiera Napoletana

La Pastiera Napoletana - Questa pagina sarà presentata un sacco di parole più immagini sono anche complete gratuite. Si prega di leggere il post intitolato il La Pastiera Napoletana.
La leggenda della pastiera

Si narra che la sirena Partenope,incantata dalla bellezza del golfo disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia.
Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato.
Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.
Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope:
1)la farina, forza e ricchezza della campagna;
2)la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle;
3)le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova;
4) il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura;
5)l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio;
6)le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo;
7)lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo.
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.


La storia
La pastiera, forse, sia pure in forma rudimentale, accompagnò le feste pagane celebranti il ritorno della primavera, durante le quali le sacerdotesse di Cerere portavano in processione l'uovo, simbolo di vita nascente. Per il grano o il farro, misto alla morbida crema di ricotta, potrebbe derivare dal pane di farro delle nozze romane, dette appunto " confarratio ". Un'altra ipotesi la fa risalire alle focacce rituali che si diffusero all'epoca di Costantino il Grande, derivate dall'offerta di latte e miele, che i catecumeni ricevevano nella sacra notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale.
Nell'attuale versione, fu inventata probabilmente nella pace segreta di un monastero dimenticato napoletano. Un'ignota suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell'arancio del giardino conventuale. Alla bianca ricotta mescolò una manciata di grano, che, sepolto nella bruna terra, germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, l'acqua di mille fiori odorosa come la prima vera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall'Asia.
È certo che le suore dell'antichissimo convento di San Gregorio Armeno erano reputate maestre nella complessa manipolazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in gran numero per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia.
Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
Ogni brava massaia napoletana si ritiene detentrice dell'autentica, o della migliore, ricetta della pastiera. Ci sono, diciamo, due scuole: la più antica insegna a mescolare alla ricotta semplici uova sbattute; la seconda, decisamente innovatrice, raccomanda di mescolarvi una densa crema pasticciera che la rende più leggera e morbida, innovazione dovuta al dolciere-lattaio Starace con bottega in un angolo della Piazza Municipio non più esistente.
La pastiera va confezionata con un certo anticipo, non oltre il Giovedì o il Venerdì Santo, per dare agio a tutti gli aromi di cui è intrisa di bene amaIgamarsi in un unico e inconfondibile sapore. Appositi "ruoti" di ferro stagnato sono destinati a contenere la pastiera, che in essi viene venduta e anche servita, poiché è assai fragile e a sformarla si rischia di spappolarla irrimediabilmente.


"Currite, giuvinò! Ce stà 'a pastiera!"
E' nu sciore ca sboccia a primmavera,
e con inimitabile fragranza
soddisfa primm 'o naso,e dopp'a panza.

Pasqua senza pastiera niente vale:
è 'a Vigilia senz'albero 'e Natale,
è comm 'o Ferragosto senza sole.
Guagliò,chest'è 'a pastiera.Chi ne vuole?

Ll' ingrediente so' buone e genuine:
ova,ricotta,zucchero e farina
(e' o ggrano ca mmiscato all'acqua e' fiori
arricchisce e moltiplica i sapori).

'E ttruove facilmente a tutte parte:
ma quanno i' à fà l'imposto,ce vò ll'arte!
A Napule Partenope,'a sirena,
c'a pastiera faceva pranzo e cena.

Il suo grande segreto 'o ssai qual'è?
Stu dolce pò ghì pure annanz' o Rre.
E difatti ce jette. Alludo a quando
il grande Re Borbone Ferdinando
fece nu' monumento alla pastiera,
perchè facette ridere 'a mugliera.

Mò tiene voglia e ne pruvà na' fetta?
Fattèlla: ccà ce stà pur' a ricetta.
A può truvà muovendo un solo dito:
te serve pe cliccà ncopp ' a stu sito.

Màngiat sta pastiera,e ncopp' a posta
dimme cumm'era: aspetto na' risposta.
Che sarà certamente"Oj mamma mia!
Chest nunn'è nu dolce: è na' poesia!"
(tratto da:Pastiera.it)


La mia ricetta

Ingredienti per 2 pastiere
per il ripieno:
-500 gr di ricotta di pecora(la ricotta deve essere asciutta.Bisogna metterla 24 ore prima in una scola e lasciare che perda il liquido.E' importante!)
-500 gr di zucchero
-6 uova
-500 gr di grano cotto
-50 gr di cedro candito
-la buccia grattugiata di un limone
-un cucchiaio di aroma fiori d'arancio
per la frolla:
-250 gr di burro
-600 gr di farina
-300 gr di zucchero
-2 cucchiaini colmi di lievito per dolci
-la buccia grattugiata di un limone
-4 uova
-2 tuorli

.preparare la frolla.
Miscelare farina,zucchero,lievito e fare una fontana al cui interno metteremo le uova,i tuorli,il burro morbido,la buccia del limone.Amalgamare gli ingredienti velocemente e formare 2 panetti che metteremo in frigo a riposare per un'ora

.preparare la farcia.
Setacciare la ricotta ed aggiungere lo zucchero.
.aggiungere i tuorli uno ad uno,il grano e l'aroma
.unire la buccia del limone e il cedro candito tagliato a pezzetti piccoli.
Lavorare bene con le fruste per eliminare eventuali grumi
.incorporare 2 albumi montati a neve usando una spatola
.rivestire con la frolla due stampi e lasciare un po' di pasta per le strisce sopra.
Con i regbi della forchetta praticare dei fori sul fondo della pasta ,poi versarci sopra la farcia.
Decorare con delle strisce di pasta il dolce.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per un'ora circa
.una volta fredda cospargere con lo zucchero a velo
.conservare in frigo




Questa e' la foto di una delle 2 pastiere ottenute con le dosi sopraelencate.
Manca per lo zucchero a velo perche' la pastiera era ancora calda e non l'ho potuto mettere.
La pastiera e' un dolce di semplice esecuzione...molto piu' della colomba,per esempio.Pero' io la preferisco:e' proprio golosissima.Una coccola per i giorni di festa con 2 milioni di calorie!Grazie per aver letto il post che contiene La Pastiera Napoletana, Dal blog Il Giulebbe
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